Affidamento dei figli: la nostra esperta ci spiega cosa fare se un padre non rispetta le disposizioni sull’affidamento dei figli.
Purtroppo succede molto spesso: sono sempre più frequenti le storie di padri, alle volte di madri, che, dopo una separazione o un divorzio, non rispettano le disposizioni del Tribunale, non si occupano dei figli nei giorni concordati, non versano l’assegno di mantenimento.
L’Avvocato Corinna Marzi, esperta in diritto di famiglia e dei minori, ci ha spiegato cosa può fare, in questi casi, una mamma per tutelare suo figlio, senza però coltivare inutili rancori.
Avvocato Marzi, spesso le mamme si lamentano che i loro ex-mariti o ex-compagni non si occupano più dei loro figli, non li vanno a trovare quanto dovrebbero secondo le disposizioni del Tribunale e, spesso, non versano nemmeno il contributo al mantenimento: cosa può e deve fare una mamma per tutelare suo figlio?
Purtroppo è molto frequente che i padri non riescano a costruire con i figli un rapporto stabile e duraturo nel tempo. Il fatto dipende da diverse circostanze. In primo luogo hanno questo tipo di atteggiamento i padri che in realtà, intimamente o a volte anche palesemente (ma inascoltati) non desideravano diventare tali. Poi può dipendere da questioni prettamente caratteriali del singolo marito o compagno, ovvero, infine, da quanto gli ex-mariti o ex-compagni sono stati coinvolti nella cura dei figli sin dall’inizio della loro nascita, con madri che, senza alcun apparente motivo, impediscono o ostacolano (soprattutto dopo la separazione) il rapporto dei figli con i padri.
L’Avvocato Marzi spiega che “non potendo purtroppo legalmente obbligare nessuno a fare il
padre, quello che posso consigliare a tutte le mamme è di impegnarsi al massimo nel riuscire ad interessare i padri di più nella gestione dei figli fin dalla nascita. I padri spesso si sentono esclusi dalla famiglia con la conseguenza che non si crea quell’affiatamento con i figli necessario alla costruzione di un rapporto importante e duraturo per il futuro. Insomma, anche se non viene loro naturale, consiglio alle mamme di occuparsi dei figli insieme ai papà, anche se questi ultimi inizialmente non sembrano mostrare molta voglia e nonostante le cose da fare debbano essere spiegate più di una volta. Dopo la
separazione, se un padre non ha voglia di occuparsi dei figli, non ci sarà modo di obbligarlo in nessun modo. Quindi il mio secondo consiglio in questo caso è, purtroppo, di farsene una ragione e di proseguire la propria vita in modo sereno, nonostante tutto”.
“Quanto al contributo al mantenimento, la legge mette a disposizione diversi mezzi per recuperare le somme che il padre non dovesse versare. E’ chiaro che se l’obbligato è nullatenente o non ha un lavoro dipendente o un conto corrente intestato sarà difficile recuperare alcunché. Se, invece, ha un immobile intestato o uno stipendio o dei creditori (clienti, affittuari ecc.) si può procedere ad esecuzione forzata su detti beni o somme”.
Avvocato Marzi, esiste un modo “pacifico” di risolvere questi problemi così frequenti?
Il metodo migliore per risolvere questo tipo di problemi in modo pacifico è quello di iniziare bene. Come si dice: “il buon giorno si vede dal mattino”. La separazione dovrebbe essere, quindi, condotta con l’aiuto di professionisti seri ed esperti nella materia del diritto di famiglia abituati a gestire i conflitti familiari ed ad aiutare le parti a trovare le migliori soluzioni per la loro famiglia. Una separazione consensuale ragionata, dove le parti si assumono la responsabilità di decidere le migliori soluzioni per il loro futuro, raramente porta a scontri successivi. Di solito, quando c’è lo scontro, nonostante una separazione consensuale, le condizioni della separazione non sono state del tutto assunte con ragionata coscienza e volontà da almeno una delle parti in lite.
“Per la mia esperienza personale posso dire che ogni volta che le parti hanno discusso le questioni economiche in modo aperto, facendo insieme e con l’aiuto degli avvocati la cosiddetta “lista della spesa”, le somme così calcolate sono sempre state considerate eque dalla parte obbligata al pagamento (di solito i padri) ed accettate. Anche il diritto di visita dei figli, quando ragionato e discusso apertamente con reciproco rispetto per gli impegni dell’uno e dell’altro, è questione facilmente risolta e di solito rispettata e seguita. Nei casi trattati con questo metodo di incontri a 4 (ancora meglio se con il
metodo collaborativo di cui abbiamo già parlato in questa rubrica) non mi sono, quindi, mai trovata a dover fare esecuzioni forzate per il recupero delle somme dovute per gli alimenti. Per tutelare il figlio, pertanto, consiglio sempre di cercare il dialogo con l’altra parte anche con l’aiuto di un avvocato esperto nella materia del diritto di famiglia che sappia come affrontare una negoziazione così delicata”.
E’ vero che una volta terminato un matrimonio i padri sono spesso assenti dalla vita dei figli? O è vero piuttosto che spesso sono le mamme che, di fatto, li escludono come possono dalla vita dei figli?
E’ vero tutto ed il contrario di tutto. Non si può generalizzare, sarebbe un grave errore. Come ho detto prima, si tratta della famosa domanda se è nato prima l’uovo o la gallina. A fronte di padri che per diverse ragioni sono assenti dalla vita dei figli, vi sono altrettante madri che di fatto in un modo o nell’altro escludono i padri dalla vita dei figli. A volte la prima dipende dalla seconda. Le madri che escludono i padri dopo la separazione di solito li hanno già esclusi in costanza di matrimonio o convivenza. Purtroppo ci sono famiglie che geneticamente nascono disunite”.
“Ci sono casi in cui la famiglia non si è proprio mai costituita perché ad esempio il figlio è nato a seguito di un rapporto occasionale. Ci sono, infine, madri che si lamentano perché i padri non si occupano dei figli, ma non appena i padri provano a dare un contributo, invece di sostenerli e di essere collaborative, li stroncano e li denigrano facendo loro passare ogni fantasia. Ci sono mariti o compagni svalutanti nei confronti delle mogli o compagne e che rimangono tali anche dopo la separazione. Si tratta della natura delle persone che nessun giudice o circostanza sopravvenuta può modificare”.
L’unico consiglio valido è quello di valutare attentamente la persona che si sceglie come padre/madre dei propri figli. Ogni errore di valutazione potrebbe essere fatale ed una volta operata la scelta non si può che assumersene la responsabilità ed accettarne tutte le conseguenze, nel bene e nel male, senza scaricare detta responsabilità interamente addosso all’altro. Tenere i figli fuori da queste dinamiche e dagli effetti nefasti di errate opzioni è l’unico modo di tutelarli. Ogni coinvolgimento contro “l’altro” sarebbe una grave ed ingiustificata estensione di responsabilità nei confronti dei figli.
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